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La via del respiro. Il cammino senza traccia





Ho iniziato ad intraprendere lo studio delle ginnastiche respiratorie tahoiste all'età di 32 anni; naturalmente se da un lato trovavo affascinanti queste metodiche, non ho compreso immediatamente queste pratiche, tanto valide, sia al corpo che alla mente; solamente attraverso una lunga pratica sono entrato in quel mondo di sensazioni, molto particolari, che hanno suscitatola mia attenzione, ed ho iniziato ad interrogarmi sull'apparizione e la finalità di questi fenomeni che per me, sono di una straordinarietà unica e da qui ho voluto approfondire ancor più forte e rivolgendomi alla filosofia antica e privilegiandone soprattutto le opere del canone Taoista. Andando avanti con lo studio mi sono dovuto arrendere, “non si po’ diventare filosofi con un processo intellettuale, ma è importante scrutare le conoscenze libresche e bandire in una certa misura il ragionamento logico”. La filosofia cinese, in particolare quella Taoista è simile ad un paesaggio interiore, da dipingersi a mano a mano che avanza nel Cammino, ma è anche la conoscenza della fine del Viaggio: il principio assoluto che chiamiamo Tao, pertanto come potrebbe essere un cammino ordinario effettuato solo attraverso lo studio o la ricerca scientifica?

La vera conoscenza non si acquisisce se non con la pratica spirituale

È la mia prima conclusione a cui sono giunto, dopo diversi anni di pratica, e da qui sono partito per poter conoscere anche lo studio vero e profondo del proprio Cammino Interiore il TAO. Nel capitolo 25, LAOZI descrive il Tao come una realtà all'origine dell’universo :

È un essere indifferenziato nato prima del Cielo e della Terra “, non bisogna rappresentare il Tao come creatore o come una realtà nel senso corrente del termine. Non si può definire quello che non è, e di negazione in negazione si riesce a capire che il Tao è intellegibile e questo concetto non è accessibile all'intelligenza umana. Lo scopo è arrestare qualsiasi ragionamento, perché la mente si trova incapace di concepire questa “ esistenza inesistente “. È per questo che le sole vie di accesso al Principio Supremo sono la pratica spirituale, la concentrazione, la meditazione, la contemplazione. Questo approccio presuppone che la mente si purifichi di tutti i pensieri, di tutte le ricerche, di tutti gli sforzi intellettuali.

Il Cammino senza Traccia Il modo migliore per avvicinarsi al libro della Via e della sua Virtù è la Contemplazione. Ciò che rende possibile questo sentiero è lo “ svuotare il cuore e riempire il ventre” , da questa idea centrale derivano i 6 precetti negativi.


Svuotare il cuore rappresenta la purificazione dell’anima, con un lavoro

sull’ emozione e gli attaccamenti; riempire il ventre rappresenta il rafforzamento del corpo con l’accumulo dell’energia. Per realizzare il Vuoto del cuore e il Pieno del ventre bisogna praticare i 6 precetti negativi : 1° pratica: il “NON-SAPERE” LAOZI, a questo proposito, mette sempre in guardia dall'uomo comune che vuole darsi importanza mostrandosi astuto, mentre lui stesso resta ignorante, idiota, incivile, testardo….. fare il vuoto nel cuore significa far scomparire l’artificio.

Uno degli scopi della purificazione dell’anima che permette di ritornare alla propria natura originaria è allontanarsi dalla scienza discorsiva che conduce alla dispersione e alla molteplicità. È con il corpo che bisogna provare ad apprendere, a comprendere, a scoprire la verità. Ecco quel che si chiama NON-SAPERE.

2° pratica: “NON – DESIDERIO “ LAOZI a questo proposito nel capitolo3, definisce come segue la politica di un Santo : “Non bada alle cose rare, non esibisce ciò che suscita invidia, protegge il popolo dal sapere e dal desiderio” E più oltre spiega: “I 5 colori accecano l’occhio, i 5 suoni assordano l’orecchio, i 5 sapori guastano il palato Il corpo è il ricettacolo dell’energia vitale, e colui che non sa coltivarlo non è taoista, e per accumularle bisogna proteggerle da perdite inutili. Gli organi di senso sono le aperture da dove sfuggono le energie vitali, se non le sorvegliamo attentamente. LAOZI ci ricorda di bloccare i passaggi e sigillare le aperture e chiudere tutte le porte al fine di evitare qualsiasi perdita di energia, perché una perdita di energia è anche una perdita d’anima.

3° pratica: “NON– RESISTENZA “ LAOZI dice nel capitolo 76: “Un essere vivente nasce debole e morbido, muore duro e rigido “ il neonato è morbido perché è pieno di soffio originale “ YAN CHI quando quest’ultimo è completamente esaurito il corpo diventa rigido. “Questo ramoscello debole e gracile dopo morto appassisce poiché la durezza e la rigidità sono i compagni della morte la morbidezza e la debolezza sono i compagni della vita questo potente esercizio non avrà fatto la vittoria quest’ albero elevato sarà raso al suolo l' elevazione e la forza sono basse la flessibilità e la debolezza sono sublimi”. Per l'uomo, come per le piante la vita è caratterizzata dalla flessibilità del corpo questa è l'evoluzione interna degli esseri all' avvicinarsi di una forza terribile quelli si fanno avanti sono spesso i primi a subire l'impatto è per questo che è scritto nel capitolo 9 di LAOZI “chi batte senza pace la spada e la fila senza tregua consumerà ben presto la lama”. La Fontaine sviluppa la stessa idea nella favola intitolata la quercia il giunco un vento furioso non riesce a rompere i ramoscelli dei salici piangenti i denti cadono ma la lingua rimane LAOZI nel capitolo 78 afferma “niente al mondo e più cedevole e più debole dell'acqua ma per affrontare la durezza e la forza niente può uguagliare la la debolezza vince la forza la morbidezza vince la rigidità non c'è nessuno sotto il cielo che non lo sappia nessuno sulla terra che possa praticarlo”. In questa prospettiva debolezza e morbidezza non sono affatto sinonimi di mancanza di forza ma evocano qualità che non esibiscono superiorità e predominio E' una morbidezza tenace flessibile e invincibile la non resistenza non indica nella mancanza di coraggio nella passività davanti alla forza ma al contrario LAOZI scrive la debolezza la non resistenza e l'efficacia del Tao il bambino poiché il suo corpo morbido e debole dipendente dal mondo sicuramente contiene nei segreti della sua carne tutta l'immensa potenzialità della vita e scritto nel capitolo 55: “ colui che ha animato dalla verità e come un bambino appena nato così la non resistenza che è legata al non desiderio è bene espressa in questa evocazione della morbidezza da parte di La Fontaine che afferma il giunco si piega ma non si spezza”.

4° pratica: “NON – AGIRE “. “Svuotare il cuore riempire il ventre” esprime in quattro caratteri un preciso principio centrale della dottrina di LAOZI che si deve associare al Wu-wei, il non agire nessun termine francese adatto per la traduzione di un controsenso grossolano considerare che questa concezione fondamentale del taoismo implichi non far più niente o di non ricercare più nessuno scopo chi si applica allo studio aumenta ogni giorno chi si applica alta o diminuisce ogni giorno di diminuzione in diminuzione arriva non agire che cosa cresce che cosa diminuisce si possono accrescere le nostre preoccupazioni le nostre ambizioni o al contrario diminuire le nostre ossessioni i desideri, l'io aumentare significa gettarsi nella diversità e nella molteplicità diminuire significa giungere all'unità all' uno e di diminuzione in diminuzione si effettua così un lungo percorso che ci porta infine al non agire lauzi scrive per mezzo del non fare non esiste niente che si possa fare l'insegnamento del non parlare l'efficacia del non fare niente al mondo potrebbe uguagliare lo l'uomo governa con il non fare e insegna con il non parlare ora finito di parlare adesso. Adempite al vostro compito senza abusarne e terminate la vostra opera senza attaccarvi agite senza farvi valere operate senza battervi e ritiratevi una volta terminato il vostro compito il saggio agisce senza interesse personale nessuna delle sue azioni orientata verso un obiettivo qualunque lasciandole esprimere nella fetta spontaneità una volta che l'azione compiuta la si dimentica immediatamente non ha più importanza in secondo luogo bisogna rendere naturali questi comportamenti occorre soprattutto non dimenticare l'essenziale vale a dire dedicarsi a una pratica che impegna sia lo spirito e sia il corpo come si vede nel cammino non si tratta di coltivare l'intelligenza ma di partire in qualche modo dall'interno del corpo e dell'anima si giunge così nel quotidiano e nel vissuto personale delle azioni di tutti i giorni a svuotare il cuore e riempire il ventre si può evidentemente applicare questo principio in politica ma per laozi l'uomo deve prima partire da se stesso bisogna che si applichi a coltivare la sua personalità con un lavoro sulle emozioni del suo cuore e anche tramite un accumulo delle sue energie vitali secondo laozi il non sapere e il non desiderio che corrispondono rispettivamente a svuotare il cuore EA riempire il ventre devono intervenire in primo luogo in rapporto a questo lavoro sulle emozioni e sul soffio vitale. 5° pratica: “NON – DIRE“. Il non dire è una forma di non fare, il saggio taoista che pratica così il non Sapere, il non desiderio, la non resistenza, il non agire, il non parlare, agisce in modo occulto e questo conduce al non apparire.


6° pratica: “NON – APPARIRE“.

“Il saggio agisce senza prevalere realizza senza ostentazione e mantiene il suo merito nell'ombra” nota LAOZI nel capitolo 77.

"Sono come uno senza fissa dimora ciascuno a ammassa dei beni, io solo ne sono sguarnito (vuol dire interamente distaccato dai beni di questo mondo) come all'aria stupida incolta mentre gli altri sono brillanti solo io sono scuro tutti hanno talento e solo io sono ignorante come un contadino la luce che porto in me resta nascosta così abbracciando l'uno coltivando senza tregua in sé il principio vitale con il cuore mai turbato dal desiderio dalla passione con lo spirito costantemente privo di ossessioni e di conoscenza nascondendo tutta la luce che raccoglie in sé sotto le sembianze di un contadino il semplici o una parola svuotando il cuore riempendo il ventre il Santo è arrivato a “ Vestirsi di tela di Sacco e a nascondere in seno la Giada” cap. 77 e allora che può “succhiare sua madre” cap 20, valea dire attingere la sua forza dalla grande sorgente del dao da cui l'uomo ordinario è separato ma può allo stesso tempo riversare a profusione intorno a sé i doni ricevuti da questa sorgente inesauribile “ che non si prosciuga mai” capitolo 6.


CONCLUSIONI


Ma naturalmente se non avessi ricevuto questo gioiello avrei sprecato la mia vita nel cercare di accumulare sempre più benessere e potere. Sarei rimasto intrappolato in credenze settarie e avrei trascorso la mia esistenza esaltando le esperienze degli altri piuttosto che la mia…non avrei seguito il mio vero Tao, Cammino. Dove avrei potuto imparare questa saggezza derivante dalla diretta esperienza della verità così come è? Avrei sprecato la mia vita confondendo la conoscenza intellettuale con la vera saggezza.


Tutti cerchiamo pace e armonia, perché è ciò che manca alla nostra vita. Di tanto in tanto ci sentiamo agitati, irritati, disarmonici, sofferenti. Inoltre, quando proviamo questi malesseri, non ci limitiamo a soffrirne personalmente, ma li riversiamo sugli altri. L’ansia pervade l’atmosfera attorno alla persona infelice e chiunque entra in contatto con questa persona diventa a sua volta ansioso, irritato, infelice. L’Essere Umano dopotutto è un Essere sociale; deve far parte della società e stare con gli altri.

Come si fa a vivere in armonia con se stessi e con gli altri?


Ci possono essere due soluzioni:


Una non appena qualcosa di indesiderato accade e si inizia a reagire generando collera, paura o qualsiasi negatività, allora è possibile, si deve spostare la propria attenzione su qualcos'altro. Ci si alza, si cammina, si prende un bicchier d’acqua si accende la radio e allora la rabbia non riesce a moltiplicarsi e così sarete liberi dalla negatività. Questa soluzione è risultata valida sempre e ha funzionato e funziona ancora; ma in realtà riguarda il livello conscio. In effetti, si spinge la negatività più in profondità nell'inconscio dove continua a riprodursi e moltiplicarsi. A livello superficiale della mente c’è uno strato di pace e armonia, ma nelle profondità c’è un vulcano addormentato che prima o poi esploderà con un’eruzione violenta.


La seconda soluzione più profonda è quella di affrontarla la negatività


Si è agitati e dunque bisogna assolutamente comprendere la ragione che sta alla base dell’agitazione e che ci procura la negatività e occorre naturalmente affrontarla ogni volta che sorge nella nostra mente. Non appena la si osserva, essa inizia a perdere la sua forza, lentamente si indebolisce e così viene eliminata. Questa è una buona soluzione che evita i due estremi della repressione e del permissivismo. Ma è veramente così facile? Io credo che sia molto difficile osservare una negatività astratta, un’Emozione astratta, separata dall'oggetto esterno che l’ha provocata.

Ma una persona, che è arrivata alla verità ultima, trova una soluzione autentica.


Cosa scopre?


Scopre che, quando nella mente si genera una negatività, a livello fisico iniziano simultaneamente ad accadere due cose:


la Prima è che il respiro perde il suo ritmo normale. Ogni volta che nella mente appare una negatività iniziamo a respirare pesantemente. Questa è una realtà che chiunque può sperimentare, per quanto grossolana e palese possa sembrare;

la Seconda cosa, ad un livello più sottile si verificano delle reazioni biochimiche all'interno del corpo, alcune sensazioni. Ogni negatività genera delle sensazioni in qualche parte del corpo.


Ecco allora una soluzione pratica.


Una persona comune non può osservare le negatività astratte della mente, come paura, collera, passione. Ma con l’allenamento e la pratica adeguata diventa molto semplice osservare il “RESPIRO” e le “SENSAZIONI FISICHE”, entrambi collegati direttamente con la negatività mentale.


Il respiro e le sensazioni fisiche saranno di aiuto in due modi:


Non appena sorge una negatività nella mente, il respiro perde la sua normalità e avverte: “attento che c’è qualcosa che non va!” così anche le sensazioni fisiche ci avvertono che c’è qualcosa che non va e bisogna accettarle. Allora così avvertiti, si iniziano ad osservare il Respiro e le sensazioni fisiche. E ben presto si scopre che la negatività scompare.

Non si fugge dal problema, ma si affronta la realtà così come è. Allora si scopre che la negatività perde la sua forza, e non riesce più a travolgerci come in passato. Se si persevera nell'osservazione, alla fine la negatività scompare completamente e saremo in armonia con noi stessi e con gli altri.


Quindi questi sei precetti stanno a indicarci che cosa?


Che sono fondamentali a farci comprendere che dobbiamo realmente imparare a guardarci e conoscerci dentro prima che fuori e che attraverso questi sei precetti uniti abbiamo a disposizione non un solo strumento ma più strumenti.

È proprio quello del Respiro attraverso la conoscenza e l’arte di respirare si riesce a comprendere unito anche alle sensazioni che il corpo mette in atto per farci comprendere di cambiare rotta e a trovare quel sano equilibrio psico-fisico chiamato in Occidente “OMEOSTASI”.


Per realizzare il Vuoto del cuore e il Pieno del ventre bisogna praticare i 6 precetti negativi e soprattutto interpretare, conoscere, ascoltare il proprio Respiro che è l’arte della vita e le sensazioni che provoca sul nostro corpo.

Ma cosa significa interpretare i 6 precetti negativi ?

Significa cercare di mantenere costante l’osservazione su se stessi e dentro la propria consapevolezza, lasciando uscire grossi turbamenti e condizionamenti dell’agito, verso una situazione volta all'equilibrio e alla potenzialità che lascia la possibilità di far scaturire “possibilità” per non perdere la concentrazione e la purezza verso la conoscenza, verso l’azione.


Dott. Angelo Cospito


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